martedì 4 ottobre 2011

LA PREMIAZIONE AL CONCORSO GARCIA LORCA DEL MIO BRICOLLA

concorsoletterariogarcialorca2011.blogspot.com/


ECCOMI QUI.
www.laprovinciadivarese.it/stories/verbano%20e%20valli/114504




LA MIA PRIMA VERA VITTORIA A UN CONCORSO LETTERARIO, DA QUESTO RACCONTO E' NATO IL MIO ROMANZO "LA VOLTA DEL BRICOLLA" CHE MI HA DATO TANTISSIMA SODDISFAZIONE. 


IL MIO VERO INGRESSO IN QUESTO MONDO DI PAROLE.


UNA FOTO CHE E' UN RICORDO E LA VOGLIA DI CONTINUARE.

lunedì 3 ottobre 2011

SOLIDARIETA'

ECCO UN MIO RACCONTO, OGNI TANTO NE METTERO' UNO SENNO' CHE SENSO HA QUESTO BLOG? I RACCONTI IN EFFETTI SONO DUE, CON LO STESSO TITOLO, LA STESSA PROTAGINISTA (CAMILLE CLAUDEL AMANTE E MUSA DI RODIN) SCRITTO IN PRIMA PERSONA E IN TERZA. MI FARA' PIACERE SAPERE QUALE PREFERITE.



LA SCULTURA E’ UN TEATRO CHE ACCOGLIE I SOGNI DEI POETI.

Arriveranno. Aspettano solo una mia disattenzione per sorprendermi e trascinarmi via. Mio fratello e mia madre attendono, davanti alle porte del manicomio.  Morirò prigioniera.
Volevo solo vivere e  scolpire.  Ero brava, ma siccome donna, la scuola di belle arti di Parigi mi rifiutò, ma all’accademia Colarossi entrai come scultore e non come modella.
L’arte scorreva nelle mie vene come linfa vitale, pura energia. E maledizione. 
Auguste Rodin mi chiamò nel suo atelier e m’imprigionò con la forza dei suoi occhi e delle sue parole. “L’arte è sentimento”, “ Emozionare, amare, prendere, vivere.” – diceva, stringendomi tra le braccia – “Sei  la mia aurora.” “Non ti lascerò mai andare.”
La sua compagna Rose e suo figlio lo aspettavano a cena.
In nome dell’arte  divenni musa e il mio corpo  opera, la grande opera di Rodin. Io scolpivo i particolari che rendevano i suoi lavori unici e intanto lo amavo con disperazione e follia.
La critica parlava di me come allieva di Rodin e sorella del poeta Paul. Ero qualcosa di qualcuno, mai me stessa. Eppure, ero uno scultore, un meraviglioso scultore, le mie opere urlavano vita e passione.
Ma Auguste Rodin voleva tutto per sé, volava alto tra i saloni delle sue mostre  e lasciava me in disparte, in attesa.
Quando mi disse che non mi avrebbe mai sposata, abortii  suo figlio e fuggii.
Ma la sua presenza era un cancro nella mia anima e nella mia arte, nemmeno l’amore e la musica di Debussy mi distolsero e quando tornò, vecchio e ammalato, lo ripresi con me.  Un anno di dolore e rabbia, poi se ne andò dalla mia vita, per sempre.
Le mie opere parlavano ancora di lui, e lavoravo la creta e la giada con la stessa passione con la quale accarezzavo il  suo viso.
Lo spazio intorno a me divenne nemico:  le mie opere mi guardavano, mi controllavano e raccontavano a Rodin il mio talento. Lui poteva rubare ancora la mia arte e allora, con una mazza distrussi tutto.
Parigi, fuori da questa porta, mi osserva con rancore.  Chiudo ogni fessura e rimango qui, al sicuro.
Rodin non mi troverà mai più. Mi tolgo gli abiti e cammino nuda tra le pareti del mio rifugio, nuda davanti alla mia arte e al mio amore maledetto.
Vivo nel buio, nessuno mi può vedere, ma devo stare attenta, il mio esilio sulla Terra ha spie ovunque.
Un rumore improvviso mi avvisa. Sono qui. Mi prenderanno.
La mia unica soddisfazione sarà che lui morirà prima di me: il grande Rodin, e qualcuno, forse,  mi ricorderà:  Camille Claudel, scultore donna.


Patrizia Emilitri

LA SCULTURA E’ UN TEATRO CHE ACCOGLIE I SOGNI DEI POETI

Camille Claudel cammina nuda tra le stanze, gli occhi dilatati, l’anima dilaniata. La maturità di donna nel corpo sfatto di una vecchia, i capelli imbiancati dalla sofferenza.
Osserva i resti delle sue sculture. Con un martello ha infierito sui volti e i corpi con la stessa rabbia con la quale infierisce su se stessa.
Non scolpirà mai più.
Eppure, era stata apprezzata, ammirata, e le sue opere esposte nei migliori atelier. Molte porte si erano aperte per lei su quel mondo dominato dagli uomini. Una di quelle porte l’aveva condotta nello studio di Auguste Rodin. L’aveva voluta al suo fianco, ammirato i suoi lavori, lodato le sue capacità. “Sei  la mia aurora.” “Non ti lascerò mai andare.”, le diceva. Rubava il suo lavoro e lacerava il suo cuore innamorato.
L’arte scorreva nelle loro vene come linfa vitale, pura energia e in nome dell’arte, Camille divenne musa e il suo corpo opera: la grande opera di Rodin.
Lei scolpiva i particolari che rendevano i suoi lavori magnifici e intanto lo amava con disperazione e follia.
“La critica parla di me come allieva di Rodin e sorella del poeta Paul. Sono sempre qualcosa di qualcuno, mai me stessa” diceva.  Auguste Rodin volava alto tra i saloni degli atelier lasciandola in disparte, in attesa.
E lei aspettava. Aspettava che lui rinunciasse a Rose, la sua compagna e a suo figlio, aspettava che la rendesse moglie e madre. Aspettava di vedere riconosciute le sue opere.
Quando disse che non l’avrebbe mai sposata, abortì suo figlio e se ne andò. Cercò tra le braccia di Debussy  un amore per dimenticare, ma Rodin era un cancro nella sua anima e quando la cercò ancora, vecchio e malato, lo riprese con sé. Un anno di dolore e rabbia poi,  lui se andò per sempre.
Camille cercava se stessa, ma lavorava la creta, l’onice e il marmo, con la passione con la quale accarezzava il corpo dell’amante.
Lo vedeva alla finestra, lo avvertiva accanto a sé mentre lavorava, ne sentiva l’odore tra i suoi abiti, ne percepiva il sapore nel cibo. Non si sarebbe mai liberata di lui.
Perciò, chiuse ogni fessura, gettò tutti i vestiti e smise di mangiare.
La pazzia aprì un varco nella sua mente.
Rodin la spiava per rubare la sua arte, per tenerla prigioniera.
Rodin era ovunque.
Ora, mentre due uomini sfondano la porta, la legano e la trascinano al manicomio di Ville Evrard, lei tace, sconfitta.
Sua madre e suo fratello aspettano davanti alla porta della clinica.
Tradita da Parigi, dall’arte, dalla famiglia e dal suo amore più grande.
 “Esiliata sulla Terra, le sue ali da gigante le impediscono di volare.”



n.d.a. La frase del titolo è di Rodin, la frase conclusiva di Baudelaire




mercoledì 28 settembre 2011

Aggiungo

Non so se avete notato ma finalmente ho imparato a usare un blog grazie alla pazienza di mia figlia. Adesso non vi darò scampo, avrò molto da...RACCONTARE! Prendetela come una promessa o una minaccia, ma adesso ho capito come si fa. E naturalmente aspetto i vostri commenti.
http://www.varesereport.it/2011/03/25/la-curiosita-letteraria-donne-con-la-passione-dei-libri/


Ecco la presentazione...a grande linee. Ma è un bellissimo gruppo!
http://www.varesereport.it/2011/09/13/ancora-una-proposta-targata-la-curiosita-letteraria/

Per ora LA CURIOSITA' LETTERARIA non ha ancora un sito suo, ma stiamo provvedendo! Intanto vi aggiornerò degli eventi programmati.

APPUNTAMENTI

SABATO 15 OTTOBRE ALLE ORE 17 a LUINO- LIBRERIA MILLEPAGINE, Via Manzoni n° 9, vi invito alla presentazione dei miei libri. Una chiacchierata con me e i miei personaggi con aperitivo finale.
SIETE TUTTI INVITATI.
www.leggendoscrivendo.it

Vi consiglio di farci un giro, un ottimo sito per scrittori e lettori dove si può intervenire e leggere belle cose.
Con la presenza attenta e costante di Lilli e Patrizia che con un nutrito numero di saggi lettori sceglie il meglio, è una passeggiata tra grandi autori e autori emergenti.
C'è di che scegliere!

Eccolo qui. Vi presento Fidelma Liparotti e Oliviero Gobbi
http://webtv.la6.tv/video/1727

Con la gentile Debora la presentazione de IL TESTAMENTO DELLA MAESTRA ELMA.
http://uavarese.altervista.org/emilitri.html

L'amico BRUNO MORETTI TURRI presenta con me LA VOLTA DEL BRICOLLA e racconta dei contrabbandieri di oggi e di ieri
http://www.macchionepietroeditore.it/scheda_Il%20testamento%20della%20maestra%20Elma

La pagina del mio editore PIETRO MACCHIONE su IL TESTAMENTO DELLA MAESTRA ELMA
http://www.livingislife.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=561:aperitivo-in-technicolor&Itemid=62

Con NICOLETTA ROMANO, LIVING, LA PASTICCERIA ZAMBERLETTI  e la presenza del sindaco di Varese ATTILIO FONTANA il video di APERITIVO IN TECHNICOLOR.

mercoledì 27 luglio 2011

servirà...eccome.
Ho capito che non esiste nessuna speranza di sottoporre testi alle case editrici e lo sapevo già anche se Ponte di Pino non lo ha detto esplicitamente e lo sapevo proprio grazie ad una delle case editrioci controllate da Gems di cui Garzanti fa parte.
Ho inviato un anno fa un mio testo alla casa editrice TEA (la stessa del libro di Ponte di Pino che ho comprato quella sera) e un anno dopo NELLA STESSA DATA (come se il computer fosse programmato per sputare annualmente) ho ricevuto una lettera a me indirizzata, lettera prestampata con il mio nome aggiunto a penna e senza nemmeno il titolo dell'opera presentata. Naturalmente la lettera diceva "Non ci interessa".
Come ultima cosa sentita (poi ce ne siamo andate) al complimento del fatto che il suo libro costa "solo" 10 euro, Ponte di Pino ha risposto che "Però è un testo obbligatorio per chi si iscrive ai master per l'editoria", cioè, il suo libro è acquistato dagli studenti che vogliono accedervi.
Che dire?
Ho fatto bene ad andarmene?

serata con un editore

Ho partecipato ad una serata al Chiostro di Voltorre. Andrea Giacometti di Varese Report intervistava Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale di Garzanti, e dire che sono rimasta delusa è dire poco. Io sono una piccola, minuscola scrittrice e come tale sono sempre impegnata a cercare di far conoscere il mio lavoro come fa qualsiasi persona per qualsiasi lavoro. Quindi, capire il funzionamento di una casa editrice nazionale come Garzantie capire come un libro possa essere scelto per far parte della loro programmazione è informazione importante. Ero con mia figlia Martina che, a un certo punto mi ha chiesto di andarcene. Perchè? Presto detto, il direttore ha parlato di vendite e incassi, trattando libri e scrittori come merce. Forse è giusto così, per loro il lavoro è vendere e Ponte di Pino lo ha detto chiaramente: "pubblicare un libro è cosa che può chiunque, il vero risultato è venderlo".
Alla domanda di Andrea del motivo per cui le case editrici si concentrino da alcuni anni sulla scoperta di autori assolutamente inediti, la risposta è stata che gli scrittori esordienti costano meno. "Se un autore ha già pubblicato con discreto successo un libro, chiederà nel contratto più soldi di un altro" inoltre ha parlato del suo autore di punta Andrea Vitali e gli brillavano gli occhi "Se ho Vitali da promuovere che m'importa di pubblicare qualcun altro?"
Alla domanda del perchè mettere le fascette gialle intorno ai libri, la risposta è stata "Perchè si vendono di più". Allora io mi sono immaginata lettrice, quale sono e anche una buona lettrice con numerosi libri letti ogni anno. Ho immaginato di trovarmi davanti ad un libro consigliato come "uno dei migliori romanzi dell'anno" e ho immaginato di comprare quel libro sulla fiducia che ripongo nel critico che ha scritto tale frase perchè, credo, - se lui dice che è un buon libro, posso fidarmi. E invece scopro che ogni volta vengo imbrogliata dalla fascetta "acchiappa polli".
Ponte di Pino ha detto che tot anni le copertine dei loro testi classici, come quelle delle Grazantine, vengono rifatte, attenzione, solo la copertina "La gente li compra perchè sembrano testi nuovi".
Riguardo ai classici, di cui Grazanti è editore primario, Ponte di Pino ha detto che la vendita è calata e molti titoli non vengono riproposti perchè "c'è un abbattimento culturale che parte già dal liceo". Eppure, ho pensato, non sono proprio le case editrici a dirigere i ragazzi all'acquisto dei testi di Moccia o alla biografia di Totti o della signora Colombari?
Alla domanda del perchè i romanzi si trovino solo in edizione rilegata e poco, molto poco in edizione tascabile, la risposta è stata: "gli italiani sono snob, preferiscono il libro con la copertina bella e non hanno la pazienza di aspettare un anno per l'edizione economica di cui noi faciamo molte meno copie che il rilegato".
Un'altra riflessione mi è nata spontanea: in molti Stati, anche europei, non solo americani, l'uscita di un nuovo romanzo è fatta CONTEMPORANEAMENTE in edizione tascabile e "di lusso" in modo che il lettore possa scegliere quale acquistare. Noi dobbiamo aspettare UN ANNO (quando secondo le case editrici il tempo di durata di un libro sono 6 mesi) e magari l'edizione tascabile o economica che dir si voglia, non sarà nemmeno pubblicata. Questo chi lo decide? I lettori o le case editrici?
Alla domanda sul fenomeno e-book, l'unica risposta che sembra importante è stata: "se è un brutto libro non devi far la fatica di buttarlo e non si spreca carta".
Parlando di autori, Ponte di Pino non ha accennato minimamente all'arrivo di manoscritti da parte dell'autore stesso, ma da parte di agenzie letterarie"Si presuppone che se il testo è arrivato ad un'agenzia, sia stato già valutato e quindi per noi il lavoro è minore".
Ha parlato anche di scuole di scrittura, in particolare Andrea Giacometti ha citato Baricco e la sua scuola, risposta: "se uno vuole spendere 5000 euro per una scuola di scrittura è libero di farlo, così come un altro spende per giocare a golf" e ha storto un po' il naso.
Allora, da minuscola scrittrice, mi sono venute in mente altre riflessioni:
un agente letterario costa forse più di una scuola di scrittura e promette - promette - una valutazione dello scritto per mandarlo alle case editrici e con questa promessa si fa consegnare il dovuto. Conosco persone che un agente lo hanno avuto e alla fine si sono sentite rispondere che il loro testo non interessava a nessuno, pur avendolo prima lodato e applaudito e quindi, bye bye, soldi incassati e lavoro finito. In fondo ci hanno provato.
Partecipare ad un corso di Baricco costa 5000 euro ma di sicuro, quando un testo di questo studente verrà "sottoposto" all'attenzione di una casa editrice, quell'accenno alla scuola

lunedì 25 luglio 2011

LUNEDÌ 25 LUGLIO 2011

serata con un editore

Ho partecipato ad una serata al chiostro di Voltorre, Andrea Giacometti di Varese Report intervistava Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale di Garzanti e dire che  sono rimasta delusa è poco. Io sono una piccola, minuscola scrittrice e come tale sono sempre impegnata a cercare di far conoscere il mio lavoro come fa qualsiasi persona per qualsiasi lavoro. Quindi, capire il funzionamento di una casa editrice nazionale come Garzanti e capire come un libro può essere scelto per far parte della loro programmazione è informazione importante. Ero con mia figlia Martina che, ad un certo punto mi ha chiesto di andarcene. Perchè? Presto detto. Il direttore ha parlato di vendite e incassi trattando libri e scrittori come merce. Forse è giusto così, per loro il lavoro è vendere e Ponte di Pino lo dice chiaramente: "pubblicare un libro è cosa che può fare chiunque, il vero risultato è venderlo".
Alla domanda di Andrea del motivo per cui le case editrici si concentrano da alcuni anni sulla scoperta di autori assolutamente inediti, la risposta è stata che gli scrittori esordienti costano meno. "Se un autore ha già pubblicato con successo un libro è chiaro che chiederà nel contratto più soldi di un altro". Inoltre ha parlato del suo autore di punta Andrea Vitali e gli brillavano gli occhi. "Se ho Vitali da promuovere che m'importa di promuovere qualcun altro".
Alla domanda del perchè mettano le fascette gialle intorno ai libri la risposta è stata: "Perchè così vendiamo di più". Allora io mi sono immaginata lettrice, quale sono e anche una buona lettrice con numerosi libri letti all'anno. Ho immaginato di trovarmi davanti ad un libro consigliato da un grande critico come "uno dei migliori romanzi dell'anno" e ho immaginato di comprare quel libro sulla fiducia che ripongo in quel critico. Perchè - credo - se lui dice che è buon libro posso fidarmi. E invece scopro che ogni volta vengo imbrogliata dalla fascetta "acchiappa polli".
Ponte di Pino ha detto che ogni tot anni le copertine dei loro testi classici, come quelle delle "Garzantine" vengono rifatte, attenzione, solo le copertine. "La gente li compra perchè sembrano testi nuovi".
Riguardo ai classici di cui Garzanti è editore primario, Ponte di Pino ha detto che la vendita è calata e molti titoli non vengono riproposti perchè "c'è un abbattimento culturale che parte già dai licei". Eppure - ho pensato - non sono proprio le case editrici a dirigere i ragazzi all'acquisto dei testi di Moccia o alla biografia di Totti o della signora Colombari?
Alla domanda del perchè i romanzi si trovino solo in edizione rilegata e poco, molto poco in edizione tascabile, la risposta è stata "gli italiani sono snob, preferiscono il libro con la copertina bella e non hanno la pazienza di aspettare un anno per l'edizione economica di cui noi facciamo molte meno copie che il rilegato".
Un'altra riflessione mi è nata spontanea, in tanti Stati, anche europei, non solo americani, l'uscita di un nuovo romanzo è fatta CONTEMPORANEAMENTE in edizione tascabile e "di lusso", in modo che il lettore possa scegliere quale prendere. Noi dobbiamo aspettare UN ANNO e magari l'edizione tascabile non sarà nemmeno prevista. Questo chi lo decide? I lettori o le case editrici?
Alla domanda sul fenomeno e-book, l'unica risposta che sembrava importante era "se è un brutto libro non devi far la fatica di buttarlo e non si spreca carta".
Parlando di autori Ponte di Pino non ha accennato minimamente all'arrivo di manoscritti da parte dell'autore stesso ma da parte di agenzie letterarie "Si presuppone che se il testo è arrivato ad un'agenzia sia stato già valutato e quindi per noi il lavoro è minore".
Ha parlato anche di scuole di scrittura, in particolare Andrea Giacometti ha citato  Baricco e la sua scuola Holden. "Se uno vuole spendere 5000 euro per una scuola di scrittura è libero di farlo. Così come un altro spende per giocare a golf " e ha storto un po' il naso.
Allora, da minuscola scrittrice, mi sono venute  in mente delle riflessioni:
Un agente letterario costa forse più di una scuola di scrittura e promette - promette - di valutare lo scritto e mandarlo alle case editrici e con questa promessa si fa consegnare il dovuto. Conosco persone che un agente lo hanno avuto e alla fine si sono sentite rispondere che il loro testo non interessava a nessuno, quindi bye bye, soldi presi e lavoro finito. In fondo ci avevano provato.
Partecipare ad un corso di Baricco costa sì 5000 euro ma di sicuro, quando il testo di uno degli allievi verrà "sottoposto" all'attenzione di una casa editrice, quell'accenno alla scuola servirà...eccome.
Ho capito che non esiste nessuna speranza di sottoporre testi alle case editrici e lo sapevo già, anche se Ponte di Pino non lo ha detto esplicitamente e lo sapevo proprio grazie ad una delle case editrici controllate da Gems, di cui Garzanti fa parte.
Ho inviato un anno fa un mio testo alla casa editrice TEA (la stessa del libro di Ponte di Pino I MESTIERI DEL LIBRO che naturalmente ho acquistato quella sera) e un anno esatto dopo, NELLA STESSA DATA (come se il computer fosse programmato per sputare annualmente) ho ricevuto una lettera a me indirizzata, lettera prestampata con il mio nome scritto a penna e senza nemme

LUNEDÌ 25 LUGLIO 2011

serata con un editore

Ho partecipato ad una serata al chiostro di Voltorre, Andrea Giacometti di Varese Report intervistava Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale di Garzanti e dire che  sono rimasta delusa è poco. Io sono una piccola, minuscola scrittrice e come tale sono sempre impegnata a cercare di far conoscere il mio lavoro come fa qualsiasi persona per qualsiasi lavoro. Quindi, capire il funzionamento di una casa editrice nazionale come Garzanti e capire come un libro può essere scelto per far parte della loro programmazione è informazione importante. Ero con mia figlia Martina che, ad un certo punto mi ha chiesto di andarcene. Perchè? Presto detto. Il direttore ha parlato di vendite e incassi trattando libri e scrittori come merce. Forse è giusto così, per loro il lavoro è vendere e Ponte di Pino lo dice chiaramente: "pubblicare un libro è cosa che può fare chiunque, il vero risultato è venderlo".
Alla domanda di Andrea del motivo per cui le case editrici si concentrano da alcuni anni sulla scoperta di autori assolutamente inediti, la risposta è stata che gli scrittori esordienti costano meno. "Se un autore ha già pubblicato con successo un libro è chiaro che chiederà nel contratto più soldi di un altro". Inoltre ha parlato del suo autore di punta Andrea Vitali e gli brillavano gli occhi. "Se ho Vitali da promuovere che m'importa di promuovere qualcun altro".
Alla domanda del perchè mettano le fascette gialle intorno ai libri la risposta è stata: "Perchè così vendiamo di più". Allora io mi sono immaginata lettrice, quale sono e anche una buona lettrice con numerosi libri letti all'anno. Ho immaginato di trovarmi davanti ad un libro consigliato da un grande critico come "uno dei migliori romanzi dell'anno" e ho immaginato di comprare quel libro sulla fiducia che ripongo in quel critico. Perchè - credo - se lui dice che è buon libro posso fidarmi. E invece scopro che ogni volta vengo imbrogliata dalla fascetta "acchiappa polli".
Ponte di Pino ha detto che ogni tot anni le copertine dei loro testi classici, come quelle delle "Garzantine" vengono rifatte, attenzione, solo le copertine. "La gente li compra perchè sembrano testi nuovi".
Riguardo ai classici di cui Garzanti è editore primario, Ponte di Pino ha detto che la vendita è calata e molti titoli non vengono riproposti perchè "c'è un abbattimento culturale che parte già dai licei". Eppure - ho pensato - non sono proprio le case editrici a dirigere i ragazzi all'acquisto dei testi di Moccia o alla biografia di Totti o della signora Colombari?
Alla domanda del perchè i romanzi si trovino solo in edizione rilegata e poco, molto poco in edizione tascabile, la risposta è stata "gli italiani sono snob, preferiscono il libro con la copertina bella e non hanno la pazienza di aspettare un anno per l'edizione economica di cui noi facciamo molte meno copie che il rilegato".
Un'altra riflessione mi è nata spontanea, in tanti Stati, anche europei, non solo americani, l'uscita di un nuovo romanzo è fatta CONTEMPORANEAMENTE in edizione tascabile e "di lusso", in modo che il lettore possa scegliere quale prendere. Noi dobbiamo aspettare UN ANNO e magari l'edizione tascabile non sarà nemmeno prevista. Questo chi lo decide? I lettori o le case editrici?
Alla domanda sul fenomeno e-book, l'unica risposta che sembrava importante era "se è un brutto libro non devi far la fatica di buttarlo e non si spreca carta".
Parlando di autori Ponte di Pino non ha accennato minimamente all'arrivo di manoscritti da parte dell'autore stesso ma da parte di agenzie letterarie "Si presuppone che se il testo è arrivato ad un'agenzia sia stato già valutato e quindi per noi il lavoro è minore".
Ha parlato anche di scuole di scrittura, in particolare Andrea Giacometti ha citato  Baricco e la sua scuola Holden. "Se uno vuole spendere 5000 euro per una scuola di scrittura è libero di farlo. Così come un altro spende per giocare a golf " e ha storto un po' il naso.
Allora, da minuscola scrittrice, mi sono venute  in mente delle riflessioni:
Un agente letterario costa forse più di una scuola di scrittura e promette - promette - di valutare lo scritto e mandarlo alle case editrici e con questa promessa si fa consegnare il dovuto. Conosco persone che un agente lo hanno avuto e alla fine si sono sentite rispondere che il loro testo non interessava a nessuno, quindi bye bye, soldi presi e lavoro finito. In fondo ci avevano provato.
Partecipare ad un corso di Baricco costa sì 5000 euro ma di sicuro, quando il testo di uno degli allievi verrà "sottoposto" all'attenzione di una casa editrice, quell'accenno alla scuola servirà...eccome.
Ho capito che non esiste nessuna speranza di sottoporre testi alle case editrici e lo sapevo già, anche se Ponte di Pino non lo ha detto esplicitamente e lo sapevo proprio grazie ad una delle case editrici controllate da Gems, di cui Garzanti fa parte.
Ho inviato un anno fa un mio testo alla casa editrice TEA (la stessa del libro di Ponte di Pino I MESTIERI DEL LIBRO che naturalmente ho acquistato quella sera) e un anno esatto dopo, NELLA STESSA DATA (come se il computer fosse programmato per sputare annualmente) ho ricevuto una lettera a me indirizzata, lettera prestampata con il mio nome scritto a penna e senza nemmeno il titolo dell'opera presentata. Naturalmente la lettera diceva "Non ci interessa".
Come ultima cosa sentita (poi ce ne siamo andate), al complimento del fatto che il suo libro costa "solo" 10 euro, Ponte di Pino ha risposto che "però è un testo obbligatorio per chi si iscrive ai master di editoria", cioè, il suo libro è comprato dagli studenti che vogliono accedervi.
Che dire?
Ho fatto bene ad andarmene?no il titolo dell'opera presentata. Naturalmente la lettera diceva "Non ci interessa".
Come ultima cosa sentita (poi ce ne siamo andate), al complimento del fatto che il suo libro costa "solo" 10 euro, Ponte di Pino ha risposto che "però è un testo obbligatorio per chi si iscrive ai master di editoria", cioè, il suo libro è comprato dagli studenti che vogliono accedervi.
Che dire?
Ho fatto bene ad andarmene?